Profit-Non Profit: il valore del #valorecondiviso

ibridazioni . valore condiviso

@paoloventuri100

In un contesto evolutivo accelerato e caratterizzato da una strutturale incertezza, il non profit riveste un ruolo decisivo non solo per la sua intrinseca capacità di rispondere ai bisogni emergenti, ma soprattutto per il contributo peculiare che è in grado di dare alla ri-definizione  di un nuovo paradigma economico e alla ri-generazione delle istituzioni. Un ruolo non surrogabile da altri. Questo può accadere, però, solo se collochiamo il Not for Profit (nella sua valenza donativa/advocacy, di erogazione e produttiva) dentro al modello di sviluppo e non fuori, ai margini.

Collocarlo dentro al paradigma economico significa che la sua azione è originale e distintiva e non residuale e riparatoria.  Gran parte dell’incapacità ad innovare deriva dall’incapacità ad assumere una diversa prospettiva dei problemi: bisogna perció cambiare prospettiva e capire che la societá organizzata ha un ruolo da protagonista nel costruire lo sviluppo  e non solo nel riparare i danni da esso prodotti. La parola “sviluppo” rimanda inesorabilmente ad un’altra parola: libertà. Liberta di, libertá per e libertá con ..sono le dimensioni di uno sviluppo “integrale”, l’unico che ci puó fare uscire dalle secche di una crisi entropica. Aumentare il grado di libertà tanto nella società quanto nel mercato, collocando il sociale dentro ai meccanismi generativi dello sviluppo, ci obbliga peró, a riflettere su una nuova visione e prospettiva del rapporto fra Profit e Non profit.

La fine dei processi verticali di produzione del valore e l’inizio di un era in cui il valore sociale é un input della produzione di valore aggiunto  (sia del mercato, che delle istituzioni pubbliche) spinge, infatti, al superamento della classica traiettoria della partnership fra profit e non profit. Tale prospettiva fino ad oggi è stata orientata a promuovere scambi di mutuo interesse, senza intaccare il “core” di ciascuno.

Il salto che questa relazione deve fare consiste nello spingersi fino alle frontiere della produzione di valore condiviso, assumendo  così una prospettiva di co-produzione e non solo di mera collaborazione strumentale.

Le partnership diventano perciò il punto di partenza, per poi condividere una piattaforma di produzione di valore aggiunto. I vantaggi di questa prospettiva si possono leggere in un’ampia letteratura della ricerca applicata dove emerge con forza  la valenza del sociale come ingrediente decisivo per la competitività. Come evidenzia il Report «Coesione è Competizione» le imprese che, strutturalmente, internalizzano nelle loro relazioni l’apporto con il non profit (coesive),  sono piú performanti e resilienti  di quelle che non condividono il proprio “business” con la comunità (+ 9% in termini di fatturato  e +7% in  termini di occupazione).

rete

Ecco che quindi, come dimostra anche una recente ricerca della Regione ER, il not for profit e la comunitá diventano una spinta all’innovazione, un occasione privilegiata di empowerment, un meccanismo di change management, un interlocutore privilegiato per legare dimensione internazionale al territorio e per costruire filiere produttive, per valorizzare il patrimonio culturale…E’ un processo generativo attivato dal principio di sussidiarietá circolare,  che produce  innovazione sociale attraverso processi di co-produzione.

Per poter rendere sistemica questa prospettiva serve però un ecosistema nuovo, alimentato da nuove narrazioni e nuovi luoghi capaci di facilitare e rendere questi  scambi di valore piú frequenti ed efficaci. Un ecosistema che postuli la biodiversitá economica e sia capace di valorizzare ció che dalla societá nasce senza appropriarsene alimentando rendite. Un ecosistema che sostituisca alla collaborazione strumentale, una conversazione nuova:  quella fra profit e non profit.

“…nell’era dell’ibridazione i modelli di produzione del valore, nascono da scambi collaborativi..” (Stanford Social Innovation Review 2013)

Ecco la strada per dare valore al #valorecondiviso.

 

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